Definizione di MPMI secondo la Comunità Europea
Dopo anni di richieste di attenzione sulle presunte incapacità delle piccole imprese italiane di competere su quello che ormai è un mercato sempre più globale e competitivo si è constatato che le micro e piccole imprese, che negli anni hanno portato allo sviluppo di tantissime eccellenze riconosciute al livello mondiale e che in passato venivano considerate la forza trainante dell’intero sistema imprenditoriale nostrano, oggi possono rappresentare una criticità tanto che anche a livello europeo si è da tempo riconosciuta la necessità di tenere conto di tale realtà.
La Commissione Europea introduce, con la Raccomandazione n. 2003/361/CE, la definizione di “MPMI: microimprese, piccole e medie imprese” sostituendo così l’acronimo PMI usato fino a quel momento.
L’obiettivo è stato quello di definire in modo più esatto le realtà economiche di questo variegato mondo imprenditoriale e di conseguenza rafforzare l’efficacia dei programmi e delle politiche comunitarie che vengono progettati e realizzati per loro.
Le micro, piccole e medie imprese vengono così definite in funzione della numerosità del loro organico e del loro fatturato annuo:
- MICRO IMPRESA: quando l’organico è inferiore a 10 persone e il fatturato o il totale di bilancio annuale non supera i 2 milioni di euro
- PICCOLA IMPRESA: in presenza di un organico compreso tra le 10 e le 50 persone e con un fatturato o il totale del bilancio annuale non superiore a 10 milioni di euro
- MEDIA IMPRESA: se l’organico è tra le 50 e le 250 persone e il fatturato non supera i 50 milioni di euro o il totale di bilancio annuale non sia superiore a 43 milioni di euro